La Germania alla ricerca
dell‘indipendenza della Magistratura

di
Raoul Muhm, Assessor juris

 

In Germania i limiti dell'indipendenza del giudice, così come realizzata, e la totale assenza di indipendenza dei procuratori del Pubblico Ministero è da alcuni anni oggetto di dibattiti e studi accademici, avvertiti dall'opinione pubblica con sensibile apprensione.
Sin dalla pubblicazione del ormai noto articolo di Myriam Fiorani "Von Italien lernen" (trad. "Imparare dall'Italia") della TAZ nel quale si auspicava l'introduzione in Germania di istituti giuridici preposti alla garanzia dell'indipendenza dei Pubblici Ministeri ed allo sviluppo di una reale indipendenza dei giudici con riferimento al sistema vigente in Italia, elevando quest'ultimo a modello di paragone, è possibile constatare come il suesposti dibattiti vengano riproposti ogni qualvolta uno dei numerosi scandali giudiziari ne dia adito.
In questo contesto appare opportuno rammentare alcuni degli eventi più noti in merito, i quali hanno permesso l'affievolirsi di un mantello ideologico, il quale in Germania impediva di percepire con maggior coscienza e sensibilità alcuni disequilibri istituzionali di notevole importanza.
Con riferimento alle preoccupanti forme di influssi ed ingerenze indebiti da parte del potere esecutivo nei confronti dei procuratori del Pubblico Ministero (già oggetto di un saggio in questa rivista) si menzioneranno unicamente i casi "Zwick", "Balsam AG", "Baden Württemberg" e "Hessische Steuerfahndung".
Eventi questi tutti contraddistinti da particolare interessamento da parte del governo allorquando i Pubblici Ministeri svolgevano normale attività requirente in casi in cui vi erano

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implicati influenti personaggi dell'establishment politico ed economico legati ai partiti politici di maggioranza o a personaggi influenti di governo.
Le forme realizzate di influsso indebito consistevano tra l'altro in forme inusuali di richieste da parte del Ministro di Giustizia in persona di relazioni in merito allo sviluppo dell'attività requirente, oppure il suddetto influsso politico giudiziario si realizzava sia con l'avocazione sia con richieste di agevoli archiviazioni, sia con la sostituzione del procuratore dell' ufficio del Pubblico Ministero sino a quel momento incaricato.
Con riguardo alla sussistenza reale dell'indipendenza del giudice giova sottolineare che il principio dell'indipendenza del potere giudiziario è un principio fondamentale del Selbstverständnis, ossia della autovalutazione, dell'autogiudizio dell'assetto istituzionale della Repubblica Federale di Germania.
All'infuori di limitati ambienti accademici e tecnici, sino a pochi anni or sono era praticamente impossibile osare di mettere in dubbio l'imparzialità del potere giudiziario, oppure asserire una politicizzazione di tale potere.
È solo di recente che l'opinione pubblica tedesca, alcune organizzazioni non governative, associazioni e correnti in seno ai partiti politici si pongono la questione se le procedure di nomina e di carriera dei giudici presso le corti tedesche siano meramente dettate da valutazioni oggettive o piuttosto da un principio di lottizzazione proporzionale politica.
Difatti è una verità manifesta che le nomine dei giudici delle Alte Corti e dei presidenti di tribunale avvengono nelle centrali di partito e che i comitati elettivi dei giudici, Richterwahlausschüsse, siano meramente organi esecutivi delle volontà politica.
Occorre specificare che le centrali di partito non considerano unicamente criteri politici, bensì anche criteri legati alla confessione ed alla provenienza regionale.

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Tale situazione, ormai nota al pubblico, comporta una perdita di fiducia, sinora mai così avvertita nelle istituzioni giudiziarie.
Difatti il 68% dei tedeschi sono convinti che il principio della giustizia sostanziale, così come enunciato dalla Legge Fondamentale, ossia che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, non sia realizzato nella Repubblica Federale di Germania.
Appare opportuno sottolineare altresì, che il grado di politicizzazione sta aumentando raggiungendo capillarmente anche i livelli giudiziari più bassi.
Inoltre giova rammentare che oltre il problema della politicizzazione delle nomine e delle carriere una serie di analisi e saggi scientifici pubblicati attualmente in Germania hanno evidenziato, creando un notevole disagio, le molteplici possibilità di manipolazione del piano di assegnazione delle cause (Geschäftsverteilungsplan) delle Alte Corti, una eventualità questa che permette la manipolazione del giudice naturale.
Ora proprio in virtù dei problemi relativi al "mito dell'indipendenza del giudice" (così il titolo di un libro edito da Rolf Lamprecht) è sorta in Baviera una iniziativa "trasversale", ossia di gruppi politici ed associativi eterogeni i quali hanno aperto la procedura di referendum emendativo della Costituzione Bavarese, con l'intento di rendere almeno i giudici della Corte Costituzionale Bavarese realmente indipendenti, perlomeno più indipendenti dal potere politico e di rendere le nomine dei giudici ordinari più trasparenti.


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Questa iniziativa referendaria dal titolo significativo "Referendum - Giudici indipendenti in Baviera" sottolinea alcuni malesseri del sistema giudiziario.
Ad esempio la critica viene incentrata sul fatto che 84% dei giudici presso la Corte Costituzionale Bavarese sono nominati in base alle decisioni prese in seno al partito di maggioranza governativa, la CSU.
Altresì si biasima aspramente che tutti i giudici ordinari vengono nominati dai singoli ministeri o dal Gabinetto di Stato senza partecipazione alcuna di "membri togati", ossia da collegi elettivi composti da giudici.
L'iniziativa referendaria inoltre denuncia expressis verbis il fatto che il partito di maggioranza nomina tutti i giudici i quali sarebbero preposti alla sorveglianza ed al controllo di legalità dell'attività delle forze politiche di maggioranza nell'attività governativa.
Difatti tali nomine dei giudici avvengono senza alcuna partecipazione delle forze parlamentarie di opposizione e dei collegi elettivi dei giudici (Richterwahlausschüsse).
Inoltre è oggetto di critica il fatto che ogni giudice in merito alla carriera giudiziaria è totalmente dipendente dalla volontà ministeriale.
A questo scopo si intende emendare la Costituzione Bavarese introducendo il principio secondo cui i giudici presso la Corte Costituzionale Bavarese debbano essere eletti con 2/3 dei voti dei membri del Landtag (assemblea legislativa del Land Baviera) permettendo in questo modo una partecipazione dell'opposizione.
Inoltre il periodo di attività dei giudici costituzionali bavaresi dovrebbe essere limitato ad un periodo di 10 anni senza possibilità di rielezione al fine di evitare ulteriori forme di dipendenza.
Per quanto concerne le nomine e le carriere dei giudici ordinari l'iniziativa referendaria propone l'istituzione di un Richterwahlausschuß, ossia di un collegio elettivo dei giudici, i quali assieme ai ministeri competenti possano decidere in merito alla nomina e alla carriera dei giudici.


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Nelle motivazioni ufficiali della proposta referendaria si enfatizzano i notevoli rischi per l'indipendenza dei giudici e per la suddivisione dei poteri i quali sussistono a livello costituzionale bavarese con l'attuale sistema.
Scopo di questa iniziativa referendaria è altresì l'eliminazione di ogni parvenza di dipendenza dei giudici al fine di aumentare la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario.
Ora tali aneliti dell'iniziativa referendaria bavarese e i suesposti dibattiti e studi accademici con riferimento allo status dei giudici e dei procuratori della Repubblica sono sintomatici dello sviluppo in Germania di un'attitudine in merito al rapporto tra potere politico e potere giudiziario e/o della pubblica accusa contraddistinta da una maggiore apertura e propensione ad una attenta analisi scevra da imposizioni ideologiche limitatrici, la quale, si auspica, renderà possibile in Germania esaminare e discutere anche a livello politico ed istituzionale le necessarie riforme allo scopo di realizzare l'indipendenza, non unicamente formale, dei giudici e di introdurre la tanto attesa indipendenza dei procuratori del Pubblico Ministero.

 

Raoul Muhm, Assessor juris,

*L'autore ringrazia sentitamente M.A. Beatrice Niemeyer Ferrara e Karl Dieter Rödder