Nota:
Le foto originali del Processo ad Achille Starace
sono state realizzate da fotografi della Agenzia Publifoto sita in Viale
Montello a Milano, di cui a quel tempo facevano parte i grandi Peppino
Giovi, Vittorio Cera, Fedele Toscani, Vincenzo Carrese, Tino Petrelli.
L'agenzia, nasce nel 1934 per merito di Vincenzo
Carrese e Fedele Toscani. Il nome in stile americano con cui viene fondata,
KEYSTONE, in linea con la politica staraciana di lotta alle
parole straniere nel 1936 diviene PUBBLIFOTO, ed ha in appalto la
documentazione fotografica per il "Corriere della Sera" per cui documenta
tutta la realtà italiana anni trenta e quaranta nonché i
momenti più terribili degli uomini del fascismo. Tra questi, il
processo e morte di Achille Starace.
Starace è sui banchi in un'aula del Politecnico
di Milano, il 28 aprile 1945.
Intorno a lui un Pubblico Ministero e Giudici formato
da partigiani.
In quello stesso giorno a Dongo sono fucilati i gerarchi della Repubblica di Salò più altri che in quella colonna ci erano capitati per caso.
Nella tarda mattinata del 29 aprile è portato
con un camioncino dai partigiani a Piazzale Loreto dinanzi all'esposizione
dei cadaveri di Mussolini, Claretta e gli uccisi a Dongo. E' frastornato
dagli ordini che gli danno i partigiani e suoi esecutandi. Gli chiedono
di fare il saluto fascista e lui lo fa, gli chiedono di fare il saluto
comunista e lui obbedisce, come un fantasma. I minuti passano. Un partigiano
che gli è accanto gli dà continui spintoni. "Fate presto!
invece di picchiare ed insultare un uomo che state per fucilare!" dice.
Il capitano Marino, comandante della 116° Brigata
Garibaldi, che guida il plotone di esecuzione che dovrebbe eseguire la
condanna lo fa disporre con la faccia al muro per sparargli alle spalle.
Ma mette troppo tempo. "Fate presto!" mormora Achille, fronte al muro.
Angelo Galbiati, il nome vero del capitano Marino, dà l'ordine di
"fuoco!"
"Viva il Duce!" grida Achille Starace mentre cade
sotto il crepitio dei colpi.